La sete del Mezzogiorno: attualità e prospettive

EMERGENZA SUD

Anche se la riforma del servizio idrico in Italia è oramai diventata maggiorenne (risale infatti al ’94), è possibile affermare che nel Mezzogiorno una serie di problemi “storici” sono da considerarsi superati? La perdurante carenza di infrastrutture (in particolare sulle acque reflue) ed un procedere lento ed incerto delle istituzioni, specie in alcune aree, sono tutti elementi che vanno valutati e considerati anche per definire al meglio le strategie e modalità per un doveroso rilancio.
Il Rapporto dell’Associazione Studi e Ricerche per il Mezzogiorno (SRM) sui servizi idrici nel sud Italia – presentato nel corso del Festival dell’Acqua – ha individuato la frammentazione delle gestioni e il contesto territoriale come elementi penalizzanti dello sviluppo di un’industria dell’acqua efficiente e di qualità. Altre criticità sono rappresentate dal basso tasso di investimenti come pure nell’alto livello di morosità.
Per il sottosegretario allo Sviluppo economico Claudio De Vincenti è necessario “recuperare il gap infrastrutturale, che pone il sud al di sotto della media nazionale per perdite di rete, per capacità di depurazione e per continuità del servizio”. Tra le soluzioni previste la stabilizzazione della normativa, “che in 15 anni di modifiche ha prodotto difficoltà per le amministrazioni pubbliche e per le imprese.