I ghiacciai dell’Himalaya e dell’Alaska si sono ridotti del 5% in 10 anni. Persi 100mila miliardi di litri d’acqua potabile all’anno
I grandi ghiacciai dell’Himalaya e dell’Alaska si sono ridotti del 5% in 10 anni: una perdita di circa 100.000 miliardi di litri di acqua potabile ogni 12 mesi. Lo indicano i dati pubblicati sulla rivista The Cryosphere grazie alle rilevazioni fatte dal satellite Cryosat 2, dell’Agenzia Spaziale Europea (Esa), nato per monitorare lo spessore dei ghiacci marini. Tenere d’occhio la perdita dei ghiacci presenti sulle montagne è fondamentale per capire l’evoluzione di queste preziosissime riserve di acqua potabile: dalla sola catena himalayana dipendono ad esempio centinaia di milioni di persone, ma allo stesso tempo rappresenta una difficilissima sfida tecnologica. Dislivelli di vario tipo, ostacoli e la presenza di rilievi rocciosi nascosti sotto neve e ghiacci rendono estremamente complicato misurare la quantità di acqua accumulata nelle zone montane. Ma l’altimetro radar a bordo di Cryosat 2, una sorta di ‘ecoscandaglio’ capace di vedere attraverso le masse nevose, ha permesso di realizzare in questi anni delle dettagliatissime mappe delle più alte catene montuose dell’Asia e dell’Alaska e seguirne così l’evoluzione nel tempo. Ne è emerso che tra il 2010 e il 2019, il Golfo dell’Alaska ha perso 76 miliardi di tonnellate di ghiaccio all’anno mentre le alte montagne dell’Asia ne hanno perse 28 l’anno. Scioglimenti che hanno contribuito a un innalzamento dei mari di rispettivamente 0,21 mm e 0,05 mm e un totale di 100.000 miliardi di litri di acqua potabile dispersa ogni anno. Lo studio dei ghiacci montani era solo un obiettivo secondario di Cryosat 2, pensata principalmente per monitorare i ghiacci marini, ma proprio per lo studio di queste fondamentali riserve di acqua potabile è in corso di progettazione la missione Cristal, una delle nuove ‘sentinelle’ europee del programma Copernicus.